La leggenda di Hyrule by Mélysie Delaine

La leggenda di Hyrule by Mélysie Delaine

autore:Mélysie Delaine [Delaine, Mélysie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Nord-Sud Edizioni
pubblicato: 2024-02-20T23:00:00+00:00


* * *

Lo sconosciuto aveva ragione: più o meno a metà del lago, il ponte si interrompeva; attraversarlo era impossibile. Sopra, Sofia intravide alcune costruzioni, delle specie di capanne fatte con materiali di fortuna, uno po’ come Mezna agli inizi. Ma gli stendardi rossi e neri che tappezzavano qua e là il ponte non lasciavano dubbi: erano quelli degli sgherri della Calamità. Una trappola. Un accampamento predisposto a fini di imboscata. Chiunque avesse provato ad attraversare il ponte, non avrebbe avuto altra via d’uscita che combattere o rischiare la cattura. Due scenari non particolarmente felici, quando ti ritrovi in bilico sopra a un gigantesco vortice che minaccia di inghiottirti al primo piede in fallo. All’alba, con la luce radente del sole che lo illuminava prima ancora di sfiorare il pelo dell’acqua, il ponte era perfettamente visibile. Più tardi, invece, lo scintillio del lago rendeva difficile distinguerne i dettagli o persino capire se fosse intero o meno.

Sofia, stupita per lo scampato pericolo, tirava dritto per la sua strada facendosi mille domande sull’identità dello sconosciuto. Aveva avuto fortuna? La risposta arrivò una manciata di minuti più tardi. No.

Tutto avvenne nell’arco di pochi attimi. Un muggito acuto la fece trasalire. Era una sirena da nebbia. Quel suono sinistro che fendette l’aria, perfettamente udibile malgrado il rumore circostante, non poteva annunciare che guai. Un attimo dopo, ululando, le si scagliò addosso il primo mostro.

Grazie ai suoi riflessi, Sofia riuscì a gettarsi di lato ed evitare la carica. Ma quando vide avanzare su di lei un secondo sgherro, sguainò la spada.

‘Ricordati quel che hai imparato, Sofia. Evita i colpi e apri bene gli occhi’.

La pelle blu, lucida, metteva in risalto i muscoli. Alto, massiccio, si avvicinava con passo pesante. Intanto, alla sua destra, il primo si era girato verso di lei. Due. Adesso erano due contro di lei.

‘Qui la cosa si complica…’ pensò Sofia. ‘Ma puoi farcela!’

Rinsaldò la presa sull’elsa, puntò i piedi nel terreno. Il più alto dei due brandiva la mazza verso di lei. Il movimento era lento, ma Sofia sapeva che, se avesse centrato il bersaglio, sarebbe volata più in alto di qualsiasi Rito.

‘Promemoria: mantenere le distanze’ si disse con un pizzico di ironia.

Non aveva che una sola possibilità: schivare e ancora schivare. Balzò di lato cercando di non avvicinarsi al secondo mostro che tornava alla carica. Ma perse l’equilibrio e rotolò a terra, intralciata dallo zaino impigliato nei rami di un cespuglio.

‘Ahia…!’

Poco abituata a lottare corpo a corpo, per lo choc aveva mollato la presa sulla spada, che ora giaceva poco lontano in mezzo all’erba. Sofia vi si gettò sopra e si voltò di scatto, schiena a terra, puntandola davanti a sé. I mostri, di spalle, la adocchiarono per un istante, poi si girarono verso di lei. Il mastodonte le si scagliò di nuovo addosso con la sua massa colossale, solo che, per sbaglio, urtò il collega già in carica, che schizzò per aria ululando di sorpresa. Normalmente Sofia sarebbe scoppiata a ridere di quel pastrocchio, però c’era un mostro che stava avventandosi su di lei, un mostro enorme.



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